La villa comunale di Augusta


La villa oggi


La villa negli anni 70
Sgombrata l’area compresa fra il castello e l’attuale Via Cristoforo Colombo, dove nel 1683 al posto di costruzioni religiose e di modeste case era sorta la Piazza d’Armi, nel 1850 furono piantati i primi alberi per rendere più ospitale questo vasto, arido ed assolato spiazzo. Il promotore di tale iniziativa fu il signor Micheroux, un ufficiale dell’esercito militare borbonico di presidio nella piazzaforte di Augusta. Chissà se questo militare possedeva delle doti di lungimiranza ed avesse dato origine al ‘polmone’ di verde col proposito di riuscire ad attenuare il naturale inquinamento atmosferico che, immancabilmente, si sarebbe verificato in una città come Augusta, sempre più lanciata verso la modernità del futuro. Ammesso che il Micheroux possedesse veramente tali doti, di sicuro egli non poteva minimamente immaginare che l’inquinamento atmosferico della nostra città potesse arrivare agli altissimi livelli in cui si trova adesso, soprattutto a causa della nascita del polo industriale lungo la sponda Ovest dell’insenatura megarese. Riflessioni a parte, il proposito iniziale del Micheroux era di sicuro quello di creare un luogo di frescura con dei viali alberati, per riparare dal sole estivo i soldati del castello durante le esercitazioni e per permettere delle sane e salutari passeggiate a tutti i cittadini.
A datare dal 1891, su iniziative delle varie amministrazioni comunali, i Giardini Pubblici furono di frequente arricchiti di tante altre piante e di nuovi viali, mantenuti sempre ben curati. Modificato più volte, per renderlo sempre maggiormente accogliente, il parco cittadino era conosciuto col nome del suo ideatore, ovvero ‘Giardini Micheroux’. Non ancora del tutto completati, nel 1923 i giardini pubblici furono intitolati all’illustre concittadino Orso Mario Corbino, nome che conservano ancora oggi. Sempre più belli e molto frequentati, i Giardini Pubblici divennero il principale luogo di ritrovo e di aggregazione sociale dell’intera città, dove tutta la gente si dava un tacito appuntamento domenicale o festivo per passeggiare con serenità e letizia nei tanti viali fioriti. Occupante l’assolata area dell’ex Piazza d’Armi, la “Villa”, termine con il quale si indica l’intera area dove sono dislocati i giardini pubblici, fa da contorno al castello, separando la ‘creatura’ di Federico II dall’abitato cittadino. La “Villa” è formata da due parti, separate dalla Piazza Castello, situate una nel lato di Levante e l’altra in quello di Ponente; le due zone sono localmente conosciute anche come “Villa ‘ranni”, quella situata ad Est, e “Villa nica”, l’altra posta ad Ovest. Nella parte del versante Est e cioè nella zona dei giardini pubblici conosciuti come ‘Villa ranni’, ovvero Villa grande, si trova un caratteristico Palco Musicale, dove in passato si esibiva la Banda Musicale Cittadina, ed un particolare sedile fatto con la locale pietra arenaria, lungo e leggermente curvo, con la seduta sia verso lo stesso palco musicale che nella direzione opposta, con vista sull’incan-tevole mare del Golfo Xifonio e, da qualche tempo, anche sul nuovo ponte ‘Federico II’, che congiunge la sponda della ‘Badiazza’ con la Borgata. Questo sedile, che in città da sempre è noto come “u Sidili o Cuocciu”, è il più tradizionale e simbolico luogo di ritrovo degli anziani che, non avendo più impegni onerosi e nell’attesa di rientrare a casa, “ammazzunu u tempu” chiacchierando fra di loro.
Mentre nell’altra zona dei giardini pubblici chiamata “Villa nica”, cioè Villa Piccola, vi è un bellissimo belvedere che offre uno spettacolare panorama sul porto megarese e sulla sua sponda di Ponente e che permette anche una piacevole vista dei ‘Forti Garsia e Vittoria’ ed in particolare del colossale Hangar e del vasto parco che lo circonda. Questo belvedere di Ponente è sorretto da un barbacane che venne creato per rimpiazzare il bastione Est della sottostante ed antica ‘Porta Madre di Dio’, prima ferito e malridotto dai bombardamenti bellici ed in seguito franato, in modo naturale, nel 1949. Rapportata alla grandezza della città dell’epoca, la “Villa” era uno dei più grandi giardini pubblici della Sicilia orientale; essa era il grande parco cittadino, pieno di rigogliosi alberi, di folte siepi, di arbusti sempre verdi e di aiuole ricche di bei fiori e contornate dalle particolari e svariate pietre arenarie, che formavano un ambiente davvero caratteristico. In seguito all’asfaltatura dell’intera area dei Giardini Pubblici, avvenuta nei primi anni sessanta, anche le originarie cornici delle aiuole furono sostituite con delle bordure di freddo cemento, sormontate da orlature di ferro, che ne ridimensionò il vecchio fascino di quell’ambiente. Bella ed accogliente, per la freschezza dei suoi odori, sempre curata e soprattutto ben pulita, “a Villa” è sempre stata il fiore all’occhiello delle varie Amministrazioni Comunali, almeno fino agli anni Settanta dell’appena trascorso secolo. I sedili presenti all’interno dei giardini pubblici, in passato in pietra e poi di metallo, sono sempre stati la classica ‘ciliegina sulla torta’ di quello che è considerato come un vero e proprio ‘polmone’ cittadino. Utili per riposarsi, con brevi soste durante le interminabili passeggiate nei viali alberati, i sedili sono prevalentemente prediletti dagli anziani che generalmente si ritrovano in compagnia, al caldo sole primaverile o al fresco del periodo estivo.